Demetrio Calcondila

gigatos | Febbraio 9, 2022

Riassunto

Demetrio Chalcocondilas (greco Δημήτριος Χαλκοκονδύλης Demetrios Chalkokondyles, latinizzato come Demetrio Chalcocondyles), Chalkokondyles o Calcocondilo (Atene, agosto 1423 – Milano, 9 gennaio 1511) è stato uno scrittore, insegnante e grammatico greco. Ha contribuito al Rinascimento della letteratura greca in Italia. Fu l”autore di Erotemata (1493), una celebre grammatica greca, e produsse le prime edizioni stampate delle opere di Omero (1488) e Isocrate (1493).

Demetrios Chalkokondyles nacque ad Atene nel 1423 in una delle più antiche e prestigiose famiglie della nobiltà ateniese. Era il fratello dello storico e cronista della caduta di Costantinopoli, Laonicus Chalkokondyles. Suo padre, Giorgio, era politicamente attivo sotto il ducato di Atene; la sua parente Maria Melissena era sposata con Antonio I Acciaioli, il duca di Atene. Alla morte di Antonio I, Giorgio Chalkokondyles manovrò politicamente affinché Maria Melissena acquisisse il ducato di Atene, il che lo mise in contrasto con Nerius II Acciaioli, che succedette ad Antonio I come duca di Atene. Giorgio dovette andare in esilio con tutta la sua famiglia nel Despotato di Morea nel Peloponneso.

Demetrios emigrò in Italia nel 1447 e arrivò a Roma nel 1449, dove il cardinale Bessarione divenne il suo patrono. Studiò sotto Teodoro Gaza e più tardi ottenne il patrocinio di Lorenzo de Medici, servendo come precettore dei suoi figli. Chalkokondyles visse il resto della sua vita in Italia, insegnando greco e filosofia in varie corti e università italiane. Nel 1450, attraverso Bessarione e Gaza, passò ad insegnare greco all”Università di Perugia. Uno dei suoi allievi italiani descrisse le sue lezioni a Perugia come segue:

È appena arrivato un greco, che ha cominciato a insegnarmi con grande difficoltà, e io ho cominciato ad ascoltare i suoi precetti con incredibile piacere, perché è un greco, perché è un ateniese, e perché è Demetrio. Mi sembra che in lui sia incarnata tutta la saggezza, la cortesia e l”eleganza di quei famosi e illustri antichi. Solo guardandolo, si immagina di guardare Platone; ancora di più quando lo si sente parlare.

Entre sus alumnos se cuentan Janus Lascaris, Poliziano, León X, Baldassare Castiglione, Giglio Gregorio Giraldi, Pico della Mirandola, y Giovanni Maria Cattaneo.

Nel 1463 Chalkokondyles fu nominato professore di greco all”Università di Padova. Durante il suo soggiorno a Padova, Chalkokondyles compose diverse orazioni e trattati che chiedevano la liberazione della sua patria, la Grecia, da quelli che lui chiamava “i turchi, quei barbari abominevoli, mostruosi ed empi”. Nel 1463, entrando a Padova, Chalkokondyles aveva invitato Venezia e “tutti i latini” ad aiutare i greci contro gli ottomani, identificando questo come un debito dei latini verso i greci, poiché secondo lui i greci bizantini erano venuti in aiuto dell”Italia contro i goti durante le guerre gotiche (535-554 d.C.):

“Come lei aveva impegnato in loro favore tutti i suoi possedimenti più preziosi e importanti, con liberalità e senza alcuna meschinità, e aveva restaurato con la sua mano e con la forza delle sue armi lo stato dell”Italia, a lungo oppresso dai Goti, così ora dovrebbero essere pronti a soccorrere la Grecia prostrata e afflitta, e a liberarla con le armi dalle mani dei barbari”.

Attraverso la mediazione di Francesco Filelfo, nel 1479 Lorenzo de Medici lo invitò a succedere a Ioannis Argyropoulos come capo del dipartimento di letteratura greca all”Università di Firenze, dove si trasferì lo stesso anno, e dove fu nominato precettore di greco dei figli di Lorenzo de Medici, tra cui il futuro Leone X. Ormai Chalkokondyles era un prestigioso umanista e promotore delle lettere greche. A Firenze, si unì alla cerchia di umanisti che circondavano Lorenzo de Medici, e conquistò l”amicizia, tra gli altri, di Poliziano e Pico della Mirandola, che istruì in greco classico. Oltre all”insegnamento del greco e della letteratura classica, a Firenze Chalkokondyles fu coinvolto nell”edizione e nella distribuzione di numerose opere classiche. Nel 1488, durante il suo soggiorno allo Studium di Firenze, Chalkokondyles produsse l”editio princeps (prima edizione stampata) dell”Iliade e dell”Odissea di Omero. Questa edizione, dedicata a Lorenzo de Medici, è il suo più grande risultato. Ha anche aiutato Marsilio Ficino con la sua traduzione latina di Platone. Il prominente studioso classico tedesco Johannes Reuchlin fu uno dei suoi allievi a Firenze.

Chalkokondyles si sposò nel 1484 all”età di sessantuno anni ed ebbe dieci figli. Nel 1491 ottenne da Lorenzo de Medici il permesso di trasferirsi a Milano, dove era stato invitato da Ludovico Sforza a prendere una cattedra di greco all”Università di Milano. A Milano produsse l”editio princeps di Isocrate (1493) e la Suda bizantina (1499). Pubblicò anche l”unica opera interamente sua, un trattato di grammatica greca noto come ᾿Ερωτήματα (Erotemata) (1494), molto usato durante il Rinascimento. Durante questo periodo fu il maestro di Gian Giorgio Trissino, al quale trasmise la passione per lo studio della lingua greca antica e l”amore per la letteratura latina classica.

Con l”occupazione francese del ducato di Milano nel 1499, Demetrio si rifugiò a Ferrara, pensando che la sua carriera fosse ormai compromessa, ma nel marzo 1501 ricevette un invito da Georges d”Amboise, legato di Luigi XII, a tornare alla sua cattedra milanese. L”ultima opera di Chalkokondyles risale al 1504: dedicata all”arcivescovo di Parigi E. Poncher, è una traduzione latina del compendio parziale delle “Storie romane” di Dion Cassius scritto da Giovanni Xiphilinus nell”XI secolo.

Chalkokondyles morì a Milano il 9 gennaio 1511. Fu sepolto nella chiesa di Santa Maria della Passione.

Secondo Benedetto Giovio, Poliziano avrebbe criticato Chalkokondyles come “aridus atque ieiunus” (arido e digiuno) mentre Erasmo da Rotterdam lo lodava come “probus” ed “eruditus” ma di una fondamentale “mediocrità” intellettuale; Trissino, invece, lo stimava tanto che alla morte del suo maestro gli dedicò una targa commemorativa ancora esistente in Santa Maria della Passione.

Fonti

  1. Demetrio Calcocondilas
  2. Demetrio Calcondila
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