Tokugawa Ieyasu
gigatos | Giugno 3, 2023
Riassunto
Tokugawa Ieyasu (nato Matsudaira Takechiyo e che in seguito assunse altri nomi) fu il fondatore e primo shōgun dello shogunato giapponese Tokugawa, che governò il Giappone dal 1603 fino alla Restaurazione Meiji del 1868. Fu uno dei tre “Grandi Unificatori” del Giappone, insieme al suo ex signore Oda Nobunaga e al collega subordinato di Oda, Toyotomi Hideyoshi. Figlio di un daimyo minore, Ieyasu visse in ostaggio presso il daimyo Imagawa Yoshimoto per conto del padre. Dopo la morte del padre, Ieyasu divenne daimyo, servendo come vassallo e generale del clan Oda e rafforzandosi sotto Oda Nobunaga.
Dopo la morte di Oda Nobunaga, Ieyasu fu per breve tempo un rivale di Toyotomi Hideyoshi, prima di dichiarare la propria fedeltà e combattere in suo favore. Sotto Toyotomi, Ieyasu fu trasferito nelle pianure del Kanto, nel Giappone orientale, lontano dalla base del potere di Toyotomi a Osaka. Costruì il suo castello nel villaggio di pescatori di Edo (l’attuale Tokyo). Divenne il daimyo più potente e l’ufficiale più anziano del regime Toyotomi. Ieyasu conservò la sua forza nel tentativo fallito di Toyotomi di conquistare la Corea. Dopo la morte di Toyotomi, Ieyasu prese il potere nel 1600, dopo la battaglia di Sekigahara. Nominato shōgun nel 1603, abdicò volontariamente alla carica nel 1605, ma rimase al potere fino alla morte, avvenuta nel 1616. Mise in atto una serie di regole attente note come sistema bakuhan, progettate per tenere sotto controllo i daimyo e i samurai sotto lo shogunato Tokugawa.
Durante il periodo Muromachi, il clan Matsudaira controllava una parte della provincia di Mikawa (la metà orientale della moderna prefettura di Aichi). Il padre di Ieyasu, Matsudaira Hirotada, era un piccolo signore della guerra locale con sede nel castello di Okazaki, che controllava una parte della strada Tōkaidō che collegava Kyoto alle province orientali. Il suo territorio era stretto tra vicini più forti e predatori, tra cui il clan Imagawa con sede nella provincia di Suruga a est e il clan Oda a ovest. Il principale nemico di Hirotada era Oda Nobuhide, padre di Oda Nobunaga.
Tokugawa Ieyasu nacque nel castello di Okazaki il 26° giorno del dodicesimo mese dell’undicesimo anno di Tenbun, secondo il calendario giapponese. Originariamente chiamato Matsudaira Takechiyo (松平 竹千代), era figlio di Matsudaira Hirotada (松平 廣忠), il daimyo di Mikawa del clan Matsudaira, e Odai no Kata (於大の方, Lady Odai), figlia di un samurai vicino, Mizuno Tadamasa (水野 忠政). Sua madre e suo padre erano fratellastri. Avevano rispettivamente 17 e 15 anni quando Takechiyo è nato.
Nell’anno di nascita di Takechiyo, il clan Matsudaira si divise. Nel 1543, lo zio di Hirotada, Matsudaira Nobutaka, disertò il clan Oda. Ciò diede a Oda Nobuhide la fiducia necessaria per attaccare Okazaki. Poco tempo dopo, il suocero di Hirotada morì e il suo erede, Mizuno Nobumoto, fece rivivere la tradizionale inimicizia del clan contro i Matsudaira e si dichiarò anch’egli a favore di Oda Nobuhide. Di conseguenza, Hirotada divorziò da Odai-no-kata e la rimandò dalla sua famiglia. In seguito Hirotada si risposò con diverse mogli e Takechiyo ebbe 11 fratellastri e sorelle.
Vita da ostaggio
Mentre Oda Nobuhide continuava ad attaccare Okazaki, Hirotada si rivolse al suo potente vicino orientale, Imagawa Yoshimoto, per ottenere assistenza. Yoshimoto accettò un’alleanza a condizione che Hirotada inviasse il suo giovane erede nel Dominio di Sunpu come ostaggio. Oda Nobuhide venne a conoscenza di questo accordo e fece rapire Takechiyo. All’epoca Takechiyo aveva cinque anni. Nobuhide minacciò di giustiziare Takechiyo se suo padre non avesse interrotto i legami con il clan Imagawa. Hirotada rifiutò, affermando che sacrificare il proprio figlio avrebbe dimostrato la serietà del patto con gli Imagawa. Nonostante questo rifiuto, Nobuhide scelse di non uccidere Takechiyo, ma lo tenne in ostaggio per i tre anni successivi presso il tempio Honshōji di Nagoya. Si dice che Oda Nobunaga abbia incontrato Takechiyo in questo luogo, poiché Takechiyo aveva 6 anni e Nobunaga 14 all’epoca.
Nel 1549, quando Takechiyo aveva 6 anni, suo padre Hirotada fu assassinato dai suoi stessi vassalli, che erano stati corrotti dal clan Oda. Più o meno nello stesso periodo, Oda Nobuhide morì durante un’epidemia. La morte di Nobuhide fu un duro colpo per il clan Oda.
Nel 1551, un esercito al comando di Imagawa Sessai assediò il castello in cui viveva Oda Nobuhiro, figlio illegittimo di Nobuhide. Nobuhiro fu intrappolato dal clan Imagawa, ma fu salvato da Oda Nobunaga, secondogenito ed erede di Nobuhide, attraverso dei negoziati. Sessai si accordò con Nobunaga per riportare Takechiyo agli Imagawa, che accettarono. Così Takechiyo (che aveva ormai nove anni) fu portato come ostaggio a Sunpu. A Sunpu rimase in ostaggio, ma fu trattato abbastanza bene come un futuro alleato potenzialmente utile del clan Imagawa fino al 1556, quando aveva 14 anni.
Nel 1556, Takechiyo divenne ufficialmente maggiorenne, con Imagawa Yoshimoto che presiedeva la cerimonia del genpuku. Seguendo la tradizione, cambiò il suo nome da Matsudaira Takechiyo a Matsudaira Jirōsaburō Motonobu (松平 次郎三郎 元信). Gli fu anche concesso di visitare brevemente Okazaki per rendere omaggio alla tomba del padre e ricevere l’omaggio dei suoi servitori nominali, guidati dal karō Torii Tadayoshi.
Un anno dopo, all’età di 15 anni (secondo il calcolo dell’età dell’Asia orientale), sposò la sua prima moglie, Lady Tsukiyama, una parente di Imagawa Yoshimoto, e cambiò nuovamente il suo nome in Matsudaira Kurandonosuke Motoyasu (松平 蔵人佐 元康). Un anno dopo nacque il figlio Matsudaira Nobuyasu. Gli fu quindi permesso di tornare nella provincia di Mikawa. Lì, gli Imagawa gli ordinarono di combattere il clan Oda in una serie di battaglie.
Motoyasu combatté la sua prima battaglia nel 1558 all’assedio di Terabe. Il signore di Terabe, Suzuki Shigeteru, tradì gli Imagawa disertando a Oda Nobunaga. La città si trovava nominalmente nel territorio dei Matsudaira, quindi Imagawa Yoshimoto affidò la campagna a Motoyasu e ai suoi seguaci di Okazaki. Motoyasu guidò l’attacco di persona, ma dopo aver preso le difese esterne, bruciò il castello principale e si ritirò. Come previsto, le forze di Oda attaccarono le sue retrovie, ma Motoyasu era preparato e scacciò l’esercito di Oda.
Riuscì poi a consegnare i rifornimenti nell’assedio di Odaka un anno dopo. Odaka era l’unico dei cinque forti di frontiera contesi e attaccati dal clan Oda a rimanere in mano agli Imagawa. Motoyasu lanciò attacchi diversivi contro i due forti vicini e, quando le guarnigioni degli altri forti andarono in loro aiuto, la colonna di rifornimenti di Motoyasu riuscì a raggiungere Odaka.
Morte di Yoshimoto
Nel 1559 la guida del clan Oda era passata a Oda Nobunaga. Nel 1560, Imagawa Yoshimoto, alla testa di un grande esercito di 25.000 uomini, invase il territorio del clan Oda. A Motoyasu fu assegnata una missione separata per catturare la roccaforte di Marune. Di conseguenza, lui e i suoi uomini non erano presenti alla battaglia di Okehazama, dove Yoshimoto fu ucciso nell’assalto a sorpresa di Nobunaga: 37
Alleanza con Nobunaga
Con Imagawa Yoshimoto morto e il clan Imagawa in stato di confusione, Motoyasu colse l’occasione per affermare la propria indipendenza e fece marciare i suoi uomini nel castello di Okazaki, ormai abbandonato, reclamando la sua sede ancestrale. Motoyasu decise quindi di allearsi con Oda Nobunaga. Era necessario un accordo segreto perché la moglie di Motoyasu, Lady Tsukiyama, e il figlio neonato, Nobuyasu, erano tenuti in ostaggio a Sunpu da Imagawa Ujizane, erede di Yoshimoto.
Nel 1561, Motoyasu ruppe apertamente con gli Imagawa e catturò la fortezza di Kaminogō. Kaminogō era tenuta da Udono Nagamochi. Ricorrendo alla furtività, le forze di Motoyasu guidate da Hattori Hanzō attaccarono con il favore delle tenebre, incendiando il castello e catturando due dei figli di Udono, che usò come ostaggi per scambiare la moglie e il figlio.
Nel 1563, Matsudaira Nobuyasu, primo figlio di Motoyasu, si sposò con Tokuhime, figlia di Oda Nobunaga.
Unificazione di Mikawa
Nel febbraio 1563, Matsudaira Motoyasu cambiò il suo nome in Matsudaira Ieyasu. Negli anni successivi Ieyasu si occupò di riformare il clan Matsudaira e di pacificare Mikawa. Inoltre, rafforzò i suoi principali vassalli assegnando loro terre e castelli. Tra questi vassalli vi erano Ōkubo Tadayo, Ishikawa Kazumasa, Kōriki Kiyonaga, Sakai Tadatsugu, Honda Shigetsugu, Amano Yasukage e Hattori Hanzō.
In questo periodo, il clan Matsudaira affrontò anche una minaccia proveniente da una fonte diversa. Mikawa era un importante centro del movimento Ikkō-ikki, in cui i contadini si riunivano con i monaci militanti della setta Jōdo Shinshū e rifiutavano il tradizionale ordine sociale feudale. Ieyasu intraprese diverse battaglie per sopprimere questo movimento nei suoi territori, tra cui la battaglia di Azukizaka (1564): 216
Battaglia di Batogahara
Il 15 gennaio 1564, Ieyasu decise di concentrare le sue forze per attaccare ed eliminare gli Ikkō-ikki da Mikawa. Tra le file degli Ikkō-ikki c’erano alcuni vassalli di Ieyasu, come Honda Masanobu e Natsume Yoshinobu, che lo avevano abbandonato per la ribellione degli Ikkō-ikki per simpatia religiosa.
Ieyasu stava combattendo in prima linea e fu quasi ucciso quando fu colpito da diversi proiettili che non penetrarono la sua armatura. Entrambi gli schieramenti utilizzavano le nuove armi a polvere da sparo che i portoghesi avevano introdotto in Giappone appena 20 anni prima. Alla fine della battaglia, gli Ikkō-ikki furono sconfitti. Nel 1565, Ieyasu divenne padrone di tutta la provincia di Mikawa.
Clan Tokugawa
Nel 1567, Ieyasu iniziò il nome di famiglia “Tokugawa”, trasformando infine il suo nome in Tokugawa Ieyasu. Essendo un membro del clan Matsudaira, rivendicava la discendenza dal ramo Seiwa Genji del clan Minamoto. Tuttavia, non esisteva alcuna prova che il clan Matsudaira discendesse dall’imperatore Seiwa. Tuttavia, il suo cognome fu cambiato con il permesso della Corte Imperiale, dopo aver scritto una petizione, e gli fu conferito il titolo di cortesia Mikawa-no-kami (Signore di Mikawa) e il grado di corte di Junior 5° rango, grado inferiore (從五位下, ju go-i no ge). Sebbene i Tokugawa potessero rivendicare una certa libertà, erano molto soggetti alle richieste di Oda Nobunaga. Ieyasu rimase un alleato di Nobunaga e i suoi soldati Mikawa fecero parte dell’esercito di Nobunaga che catturò Kyoto nel 1568. Allo stesso tempo, Ieyasu era desideroso di espandersi verso est, nella provincia di Tōtōmi. Ieyasu e Takeda Shingen, capo del clan Takeda nella provincia di Kai, strinsero un’alleanza allo scopo di conquistare tutto il territorio degli Imagawa: 279
Campagna Tōtōmi
Nel 1569, le truppe di Ieyasu penetrarono nella provincia di Tōtōmi. Nel frattempo, le truppe di Takeda Shingen catturarono la provincia di Suruga (compresa la capitale Imagawa di Sunpu). Imagawa Ujizane fuggì nel castello di Kakegawa e Ieyasu pose l’assedio a Kakegawa. Ieyasu negoziò quindi con Ujizane, promettendo che se Ujizane si fosse arreso e il resto di Tōtōmi, Ieyasu avrebbe aiutato Ujizane a riconquistare Suruga. Ujizane non aveva più nulla da perdere e Ieyasu pose immediatamente fine alla sua alleanza con Takeda, stringendo invece una nuova alleanza con il nemico di Takeda a nord, Uesugi Kenshin del clan Uesugi. Grazie a queste manipolazioni politiche, Ieyasu ottenne il sostegno dei samurai della provincia di Tōtōmi.
Nel 1570, Ieyasu stabilì Hamamatsu come capitale del suo territorio, affidando al figlio Nobuyasu il comando di Okazaki.
Battaglia di Anegawa
Nel 1570, Asai Nagamasa, cognato di Oda Nobunaga, ruppe l’alleanza con il clan Oda durante l’assedio di Kanegasaki. Ben presto Nobunaga fu pronto a punire Nagamasa per il suo tradimento. Ieyasu guidò 5.000 dei suoi uomini per sostenere Nobunaga nella battaglia: 62 La battaglia di Anegawa si svolse nei pressi del lago Biwa, nella provincia di Ōmi. Le forze alleate di Oda Nobunaga e Tokugawa Ieyasu sconfissero le forze combinate del clan Azai e del clan Asakura e videro l’uso prodigioso delle armi da fuoco da parte di Nobunaga. Si tratta della prima battaglia che coinvolse l’alleanza tra Nobunaga e Ieyasu.
Conflitto con Takeda
Nell’ottobre 1571, Takeda Shingen ruppe l’alleanza con le forze Oda-Tokugawa e si alleò con il clan Odawara Hōjō. Su sollecitazione dello shōgun Ashikaga Yoshiaki, decise di puntare su Kyoto, iniziando a invadere le terre Tokugawa a Tōtōmi. Il primo obiettivo di Takeda Shingen nella sua campagna contro Ieyasu fu il castello di Nishikawa, il castello di Yoshida e il castello di Futamata. Nel 1572, dopo aver assediato Futamata, Shingen si spinse oltre Futamata verso il principale castello dei Tokugawa ad Hamamatsu. In seguito, Ieyasu chiese aiuto a Nobunaga, che gli inviò circa 3.000 truppe. All’inizio del 1573 i due eserciti si incontrarono nella battaglia di Mikatagahara, a nord di Hamamatsu. L’esercito Takeda, notevolmente più numeroso e sotto l’esperta direzione di Shingen, travolse le truppe di Ieyasu e causò pesanti perdite. Nonostante la sua iniziale riluttanza, Ieyasu fu convinto dai suoi generali a ritirarsi. La battaglia fu una grave sconfitta, ma per mantenere un’apparenza di dignitosa ritirata, Ieyasu ordinò sfacciatamente agli uomini del suo castello di accendere torce, suonare tamburi e lasciare i cancelli aperti, per accogliere adeguatamente i guerrieri di ritorno. Con grande sorpresa e sollievo dell’esercito Tokugawa, questo spettacolo fece sorgere nei generali Takeda il sospetto di essere finiti in una trappola, per cui non assediarono il castello e si accamparono per la notte. Questo errore avrebbe permesso a una banda di soldati Tokugawa di fare irruzione nell’accampamento nelle ore successive, sconvolgendo ulteriormente l’esercito Takeda, già disorientato, e portando infine alla decisione di Shingen di annullare del tutto l’offensiva. Takeda Shingen non avrebbe avuto un’altra occasione per avanzare su Hamamatsu, tanto meno su Kyoto, poiché sarebbe morto poco dopo l’assedio del castello di Noda, più tardi nello stesso anno.
A Shingen successe il figlio Takeda Katsuyori, meno capace. Nel 1574, Katsuyori prese la fortezza di Takatenjin. Poi, nel 1575, durante l’incursione di Takeda Katsuyori nella provincia di Mikawa, attaccò il castello di Yoshida e assediò quello di Nagashino. Ieyasu si rivolse a Nobunaga per chiedere aiuto e Nobunaga arrivò personalmente con 30.000 uomini forti. Le forze Oda-Tokugawa, composte da 38.000 uomini, ottennero una grande vittoria e difesero con successo il castello di Nagashino. Sebbene le forze Takeda fossero state distrutte, Katsuyori sopravvisse alla battaglia e si ritirò nella provincia di Kai. Per i sette anni successivi, Ieyasu e Katsuyori combatterono una serie di piccole battaglie, in seguito alle quali le truppe di Ieyasu riuscirono a strappare il controllo della provincia di Suruga al clan Takeda.
Nel 1579, Lady Tsukiyama, moglie di Ieyasu, e il suo erede Nobuyasu furono accusati da Nobunaga di cospirare con Takeda Katsuyori per assassinare Nobunaga, la cui figlia Tokuhime era sposata con Nobuyasu. Per questo motivo, Ieyasu ordinò l’esecuzione della moglie e costrinse il figlio a commettere seppuku. Ieyasu nominò quindi erede il suo terzo figlio, Tokugawa Hidetada, poiché il suo secondo figlio era stato adottato da Toyotomi Hideyoshi, che in seguito sarebbe diventato un daimyo estremamente potente.
Nel 1580, le forze Oda-Tokugawa lanciarono il secondo assedio di Takatenjin; l’assedio arrivò solo sei anni dopo che Takeda Katsuyori aveva preso la fortezza. Questo secondo assedio durò dal 1580 al 22 marzo 1581 e si concluse con la morte di 680 uomini della guarnigione di Okabe Motonobu e la caduta della fortezza nelle mani delle forze di Oda-Tokugawa.
La fine della guerra con i Takeda avvenne nel 1582, quando una forza combinata Oda-Tokugawa attaccò e conquistò la provincia di Kai. Takeda Katsuyori fu sconfitto nella battaglia di Tenmokuzan e poi commise seppuku. 231
La morte di Nobunaga
Alla fine di giugno del 1582, prima dell’incidente al tempio di Honnō-ji, Oda Nobunaga invitò Ieyasu a visitare la regione del Kansai per celebrare la scomparsa del clan Takeda. Quando apprese che Nobunaga era stato ucciso al tempio Honnō-ji da Akechi Mitsuhide, ciò significava che alcune province, governate dai vassalli di Nobunaga, erano mature per la conquista. In seguito, Ieyasu tornò a Mikawa per radunare le sue forze. Con l’aiuto del suo servitore e capo ninja Hattori Hanzō, Ieyasu passò prima per Sakai, poi attraversò le montagne della provincia di Iga e infine raggiunse la costa nella provincia di Ise. Tornò nella sua provincia di Mikawa via mare. Ieyasu stava mobilitando il suo esercito quando venne a sapere che Toyotomi Hideyoshi aveva sconfitto Akechi Mitsuhide nella battaglia di Yamazaki.
Dopo la morte di Oda Nobunaga nel tempio di Honnō-ji, il signore della provincia di Kai commise l’errore di uccidere uno degli aiutanti di Ieyasu. Per questo motivo, Ieyasu invase prontamente il Kai e ne prese il controllo. Hōjō Ujimasa, capo del clan Hōjō, rispose inviando il suo esercito molto più numeroso nella provincia di Shinano e poi in quella di Kai. In seguito, sia Ieyasu che il clan Hōjō si accordarono per un accordo che lasciò a Ieyasu il controllo di entrambe le province di Kai e Shinano, mentre gli Hōjō presero il controllo della provincia di Kazusa (oltre a parti di entrambe le province di Kai e Shinano).
Nel 1583 si combatté una guerra per il dominio del Giappone tra Toyotomi Hideyoshi e Shibata Katsuie. Ieyasu non prese posizione in questo conflitto, forte della sua reputazione di prudenza e saggezza. Hideyoshi sconfisse Katsuie nella battaglia di Shizugatake. Con questa vittoria, Hideyoshi divenne il daimyo più potente del Giappone. 314
Conflitto con Hideyoshi
Nel 1584, Ieyasu decise di sostenere Oda Nobukatsu, il figlio maggiore sopravvissuto ed erede di Oda Nobunaga, contro Toyotomi Hideyoshi. Si trattava di un atto pericoloso che avrebbe potuto portare all’annientamento del clan Tokugawa, a causa del crollo del clan Oda dopo la morte di Nobunaga.
Le truppe Tokugawa conquistano la tradizionale roccaforte Oda di Owari. Hideyoshi rispose inviando un esercito a Owari. La campagna di Komaki e Nagakute fu l’unica volta in cui i grandi unificatori del Giappone si affrontarono.
La campagna di Komaki e Nagakute si rivelò indecisi e, dopo mesi di marce infruttuose e di finte, Hideyoshi e Ieyasu risolsero la guerra attraverso i negoziati. Prima Hideyoshi fece la pace con Oda Nobukatsu e poi offrì una tregua a Ieyasu. L’accordo fu concluso alla fine dell’anno; come parte dei termini, il secondo figlio di Ieyasu, Ogimaru (noto anche come Yuki Hideyasu), divenne figlio adottivo di Hideyoshi.
L’aiutante di Ieyasu, Ishikawa Kazumasa, scelse di unirsi al preminente daimyo e si trasferì a Osaka per stare con Hideyoshi. Tuttavia, pochi altri servitori Tokugawa seguirono questo esempio.
Alleanza con Hideyoshi
Toyotomi Hideyoshi era comprensibilmente diffidente nei confronti di Ieyasu e passarono cinque anni prima che i due combattessero come alleati. I Tokugawa non parteciparono al successo dell’invasione di Shikoku (1585) e della campagna di Kyūshū (1587) di Hideyoshi.
Nel 1590, Toyotomi Hideyoshi attaccò l’ultimo daimyo indipendente del Giappone, Hōjō Ujimasa. Il clan Hōjō governava le otto province della regione del Kantō, nel Giappone orientale. Hideyoshi ordinò loro di sottomettersi alla sua autorità, ma essi rifiutarono. Ieyasu, benché amico e occasionalmente alleato di Ujimasa, unì la sua grande forza di 30.000 samurai all’enorme esercito di Hideyoshi, composto da circa 160.000 uomini. La campagna di Odawara fu la prima battaglia di Ieyasu e Hideyoshi come alleati. Attaccarono diversi castelli ai confini del clan Hōjō e la maggior parte del loro esercito pose l’assedio al castello di Odawara. L’esercito di Hideyoshi e Ieyasu catturò il castello di Odawara dopo sei mesi (stranamente per il periodo, i morti da entrambe le parti furono pochi). Durante l’assedio, Hideyoshi propose a Ieyasu un accordo radicale: offrì a Ieyasu le otto province del Kantō che stavano per essere sottratte agli Hōjō in cambio delle cinque province che Ieyasu controllava al momento (compresa la provincia natale di Ieyasu, Mikawa). Ieyasu accettò la proposta. Inchinandosi allo strapotere dell’esercito Toyotomi, gli Hōjō accettarono la sconfitta, i loro capi si suicidarono e Ieyasu entrò in marcia e prese il controllo delle loro province, ponendo fine al regno del clan durato oltre 100 anni.
La fazione Sannohe del clan Nanbu, guidata da Nanbu Nobunao, organizzò una coalizione della maggior parte delle fazioni del clan Nanbu e giurò fedeltà a Toyotomi Hideyoshi all’assedio di Odawara. In cambio, fu riconosciuto come capo del clan Nanbu e confermato come daimyo dei suoi possedimenti esistenti nei distretti settentrionali della provincia di Mutsu. Tuttavia, Kunohe Masazane (1536-1591), signore del castello di Kunohe e leader della fazione Kunohe del clan Nanbu, riteneva di avere maggiori pretese sul titolo di capo clan e si ribellò immediatamente. Nel 1591, Hideyoshi e Ieyasu considerarono la ribellione di Kunohe come un affronto personale all’autorità Toyotomi e a metà anno organizzarono un esercito di rappresaglia per riprendere il Tōhoku settentrionale e riportare l’area sotto il controllo di Nanbu Nobunao.
Daimyo della regione di Kantō
Nel 1591, Ieyasu rinunciò al controllo delle sue cinque province (Mikawa, Tōtōmi, Suruga, Shinano e Kai) e trasferì tutti i suoi soldati e vassalli in otto province nella regione del Kantō. Egli stesso occupò la città-castello di Edo nel Kantō. Questa fu forse la mossa più rischiosa che Ieyasu abbia mai fatto: lasciare la sua provincia d’origine e affidarsi all’incerta fedeltà dei samurai del Kantō, un tempo Hōjō. Alla fine, però, la situazione si risolse brillantemente per Ieyasu. Egli riformò la regione del Kantō, controllò e pacificò i samurai Hōjō e migliorò l’infrastruttura economica del territorio. Inoltre, poiché il Kantō era in qualche modo isolato dal resto del Giappone, Ieyasu fu in grado di mantenere un livello unico di autonomia dal dominio di Toyotomi Hideyoshi. Nel giro di pochi anni, Ieyasu divenne il secondo daimyo più potente del Giappone. Un proverbio giapponese si riferisce probabilmente a questo evento: “Ieyasu ha vinto l’Impero ritirandosi”.
Campagna coreana
Nel 1592, Toyotomi Hideyoshi invase la Corea come preludio al suo piano di attacco alla Cina. I samurai Tokugawa non parteciparono mai a questa campagna, anche se all’inizio del 1593 lo stesso Ieyasu fu convocato alla corte di Hideyoshi a Nagoya (in Kyūshū, diversa dalla città con lo stesso nome nella provincia di Owari) come consigliere militare e gli fu affidato il comando di un corpo di truppe destinate alla campagna di Corea. Rimase a Nagoya saltuariamente per i cinque anni successivi. Nonostante le sue frequenti assenze, i figli, i fedeli servitori e i vassalli di Ieyasu riuscirono a controllare e a migliorare Edo e le altre nuove terre Tokugawa.
Nel 1593, Toyotomi Hideyoshi generò un figlio ed erede, Toyotomi Hideyori.
Tuttavia, il costo delle invasioni giapponesi della Corea indebolì notevolmente il potere del clan Toyotomi in Giappone.
Consiglio dei cinque anziani
Nel 1598, quando la salute di Toyotomi Hideyoshi era in evidente declino, Hideyoshi convocò una riunione per determinare il Consiglio dei Cinque Anziani, che avrebbe avuto il compito di governare per conto del figlio dopo la sua morte. I cinque che furono scelti come tairō (reggente) per Hideyori furono Maeda Toshiie, Mōri Terumoto, Ukita Hideie, Uesugi Kagekatsu e Ieyasu stesso, che era il più potente dei cinque. Questo cambiamento nella struttura del potere pre-Sekigahara divenne fondamentale quando Ieyasu rivolse la sua attenzione al Kansai; allo stesso tempo, altri piani ambiziosi (anche se alla fine non realizzati), come l’iniziativa Tokugawa di stabilire relazioni ufficiali con la Nuova Spagna (l’odierno Messico), continuarono a svolgersi e ad avanzare.
Morte di Hideyoshi e Toshiie
Toyotomi Hideyoshi, dopo altri tre mesi di malattia crescente, morì il 18 settembre 1598. Gli successe nominalmente il giovane figlio Hideyori, ma poiché aveva solo cinque anni, il potere reale era nelle mani dei reggenti. Nei due anni successivi Ieyasu strinse alleanze con vari daimyo, soprattutto con quelli che non amavano Hideyoshi. Fortunatamente per Ieyasu, il più anziano e rispettato dei reggenti, Maeda Toshiie, morì dopo appena un anno, nel 1599.
Conflitto con Mitsunari
Alla morte di Toyotomi Hideyoshi nel 1598 e di Maeda Toshiie nel 1599, Ieyasu guidò un esercito a Fushimi e si impadronì del castello di Osaka, residenza di Hideyori. Ciò fece infuriare i tre reggenti rimasti e da tutte le parti si pianificò una guerra.
L’opposizione a Ieyasu era incentrata su Ishida Mitsunari, uno dei Go-Bugyō di Hideyoshi, ovvero i massimi amministratori del governo di Hideyoshi e un potente daimyo che non faceva parte dei reggenti. Mitsunari complottò la morte di Ieyasu e la notizia di questo complotto raggiunse alcuni dei generali di Ieyasu. Questi tentarono di uccidere Mitsunari, ma questi fuggì e ottenne protezione da Ieyasu stesso. Non è chiaro perché Ieyasu abbia protetto un potente nemico dai suoi stessi uomini, ma Ieyasu era un maestro di strategia e potrebbe aver concluso che sarebbe stato meglio se Mitsunari avesse guidato l’esercito nemico piuttosto che uno dei reggenti, che avrebbe avuto maggiore legittimità.
Quasi tutti i daimyo e i samurai del Giappone si divisero in due fazioni: l’esercito occidentale (gruppo di Mitsunari) e l’esercito orientale (gruppo di Ieyasu). Ieyasu sostenne il gruppo anti-Mitsunari e lo considerò un suo potenziale alleato. Gli alleati di Ieyasu erano Katō Kiyomasa, Fukushima Masanori, Mogami Yoshiaki, Hachisuka Iemasa, il clan Kuroda, il clan Hosokawa e molti daimyo del Giappone orientale. Mitsunari si alleò con gli altri tre reggenti: Ukita Hideie, Mōri Terumoto e Uesugi Kagekatsu, oltre che con Ōtani Yoshitsugu, il clan Chosokabe, il clan Shimazu e molti daimyo dell’estremità occidentale dello Honshū.
La guerra divenne imminente quando Uesugi Kagekatsu, uno dei reggenti nominati da Hideyoshi, sfidò Ieyasu costruendo il suo esercito ad Aizu. Quando Ieyasu lo condannò ufficialmente e gli chiese di recarsi a Kyoto per dare spiegazioni, il principale consigliere di Kagekatsu, Naoe Kanetsugu, rispose con una contro-condanna che derideva gli abusi di Ieyasu e le violazioni delle regole di Hideyoshi, facendo infuriare Ieyasu.
Nel luglio del 1600, Ieyasu era di nuovo a Edo e i suoi alleati mossero i loro eserciti per sconfiggere il clan Uesugi, accusato di avere intenzione di ribellarsi all’amministrazione Toyotomi. L’8 settembre Ieyasu ricevette l’informazione che Mitsunari aveva catturato il castello di Fushimi e che i suoi alleati avevano spostato il loro esercito contro Ieyasu. Ieyasu tenne una riunione con i daimyo dell’esercito orientale, che accettarono di seguire Ieyasu. Più tardi, il 15 settembre, l’esercito occidentale di Mitsunari arrivò al castello di Ogaki. Il 29 settembre, l’esercito orientale di Ieyasu prese il castello di Gifu. Il 7 ottobre, Ieyasu e i suoi alleati marciarono lungo il Tōkaidō, mentre suo figlio Hidetada proseguì attraverso il Nakasendō con 38.000 soldati (una battaglia contro Sanada Masayuki nella provincia di Shinano ritardò le forze di Hidetada, che non arrivarono in tempo per la battaglia principale di Sekigahara). Il 20 ottobre, l’Armata Orientale di Ieyasu incontrò l’Armata Occidentale di Mitsunari a Sekigahara e la mattina seguente iniziò la battaglia.
Battaglia di Sekigahara
La battaglia di Sekigahara è stata la più grande e una delle più importanti battaglie della storia feudale giapponese. Iniziò il 21 ottobre 1600. Inizialmente, l’esercito orientale guidato da Tokugawa Ieyasu contava 75.000 uomini, mentre l’esercito occidentale contava 120.000 uomini sotto Ishida Mitsunari. Ieyasu aveva anche portato di nascosto una scorta di archibugi.
Sapendo che le forze Tokugawa si stavano dirigendo verso Osaka, Mitsunari decise di abbandonare le sue posizioni e di marciare verso Sekigahara. Anche se l’esercito occidentale aveva enormi vantaggi tattici, Ieyasu era già in contatto da mesi con molti dei daimyo dell’esercito occidentale, promettendo loro terre e clemenza dopo la battaglia nel caso in cui avessero cambiato schieramento, e aveva anche comunicato segretamente con il nipote di Toyotomi Hideyoshi, Kobayakawa Hideaki. Con un totale di 170.000 soldati che si affrontavano, la battaglia di Sekigahara si concluse con una completa vittoria dei Tokugawa. In seguito, il blocco occidentale fu schiacciato e nei giorni successivi Ishida Mitsunari e molti altri nobili occidentali furono catturati e uccisi. Tokugawa Ieyasu era ora il sovrano de facto del Giappone.
Subito dopo la vittoria a Sekigahara, Ieyasu ridistribuì le terre ai vassalli che lo avevano servito. Ieyasu lasciò illesi alcuni daimyo occidentali, come il clan Shimazu, ma altri furono completamente distrutti. Toyotomi Hideyori (figlio di Hideyoshi) perse la maggior parte dei suoi territori che erano sotto la gestione dei daimyo occidentali e fu degradato a daimyo ordinario, non a sovrano del Giappone. Negli anni successivi i vassalli che avevano giurato fedeltà a Ieyasu prima di Sekigahara divennero noti come fudai daimyō, mentre quelli che gli giurarono fedeltà dopo la battaglia (in altre parole, dopo che il suo potere era indiscusso) furono noti come tozama daimyō. I tozama daimyō erano considerati inferiori ai fudai daimyō.
Il 24 marzo 1603, Tokugawa Ieyasu ricevette il titolo di shōgun dall’imperatore Go-Yōzei. Ieyasu aveva 60 anni. Aveva superato tutti gli altri grandi uomini del suo tempo: Oda Nobunaga, Takeda Shingen, Toyotomi Hideyoshi e Uesugi Kenshin. Come shōgun, utilizzò gli anni che gli restavano per creare e consolidare lo shogunato Tokugawa, che inaugurò il periodo Edo e fu il terzo governo shogunale (dopo quello Kamakura e quello Ashikaga). Egli rivendicava la propria discendenza dal clan Minamoto, che aveva fondato lo shogunato Kamakura, attraverso il clan Nitta. I suoi discendenti si sarebbero sposati con il clan Taira e il clan Fujiwara. Lo shogunato Tokugawa avrebbe governato il Giappone per i successivi 260 anni.
Seguendo un modello giapponese ben consolidato, Ieyasu abdicò alla sua posizione ufficiale di shōgun nel 1605. Il suo successore fu il figlio ed erede Tokugawa Hidetada. La sua decisione può essere stata determinata da diversi fattori, tra cui il desiderio di evitare di essere vincolato a funzioni cerimoniali, di rendere più difficile per i suoi nemici attaccare il vero centro di potere e di assicurare una successione più agevole a suo figlio. L’abdicazione di Ieyasu non ebbe alcun effetto sull’estensione pratica dei suoi poteri o del suo governo, ma Hidetada assunse comunque il ruolo di capo formale della burocrazia shogunale.
Costruzione del castello di Edo
Nel 1605 Ieyasu, in qualità di shōgun in pensione (大御所, ōgosho), rimase il sovrano effettivo del Giappone fino alla sua morte. Ieyasu si ritirò nel castello di Sunpu, ma supervisionò anche la costruzione del castello di Edo, un imponente progetto edilizio che durò per il resto della vita di Ieyasu. Il risultato fu il castello più grande di tutto il Giappone, i cui costi di costruzione furono sostenuti da tutti gli altri daimyo, mentre Ieyasu ne raccolse tutti i benefici. Il mastio centrale, o tenshu, bruciò nell’incendio di Meireki del 1657. Oggi, il Palazzo Imperiale sorge sul sito del castello.
Nel 1611, Ieyasu, alla testa di 50.000 uomini, visitò Kyoto per assistere all’intronizzazione dell’imperatore Go-Mizunoo. A Kyoto, Ieyasu ordinò la ristrutturazione della corte e degli edifici imperiali e costrinse i restanti daimyo occidentali a firmare un giuramento di fedeltà nei suoi confronti.
Nel 1613 compose il Kuge shohatto (公家諸法度), un documento che poneva i daimyo di corte sotto stretta sorveglianza, lasciandoli come semplici figure cerimoniali.
Nel 1615, Ieyasu preparò il Buke shohatto (武家諸法度), un documento che definiva il futuro del regime Tokugawa.
Relazioni con le potenze straniere
In qualità di Ōgosho, Ieyasu supervisionò anche gli affari diplomatici con i Paesi Bassi, la Spagna e l’Inghilterra. Ieyasu scelse di allontanare il Giappone dall’influenza europea a partire dal 1609, anche se lo shogunato continuò a concedere diritti commerciali preferenziali alla Compagnia olandese delle Indie orientali e permise loro di mantenere una “fabbrica” per scopi commerciali.
Dal 1605 fino alla sua morte, Ieyasu consultò spesso William Adams, un esperto di navi e pilota inglese. Adams, che parlava correntemente il giapponese, aiutò lo shogunato a negoziare le relazioni commerciali, ma fu additato dai membri degli ordini gesuiti e mendicanti sponsorizzati dalla Spagna come un ostacolo al miglioramento delle relazioni tra Ieyasu e la Chiesa cattolica romana.
Tentativi significativi di limitare l’influenza dei missionari cristiani in Giappone risalgono al 1587, sotto la guida di Toyotomi Hideyoshi. Tuttavia, nel 1614, Ieyasu era sufficientemente preoccupato per le ambizioni territoriali spagnole da firmare un editto di espulsione dei cristiani. L’editto vietò la pratica del cristianesimo e portò all’espulsione di tutti i missionari stranieri. Anche se alcune piccole attività commerciali olandesi rimasero a Nagasaki, questo editto ridusse drasticamente il commercio estero e segnò la fine della testimonianza cristiana aperta in Giappone fino agli anni Settanta del XIX secolo. La causa immediata del divieto fu l’incidente di Okamoto Daihachi, un caso di frode che coinvolse il vassallo cattolico di Ieyasu, ma lo shogunato era anche preoccupato per una possibile invasione da parte delle potenze coloniali iberiche, che si era già verificata nel Nuovo Mondo e nelle Filippine.
Conflitto con Hideyori
L’ultima minaccia rimasta al dominio di Ieyasu era Toyotomi Hideyori, figlio ed erede legittimo di Hideyoshi. Egli era ormai un giovane daimyo che viveva nel castello di Osaka. Molti samurai che si opponevano a Ieyasu si riunirono attorno a Hideyori, sostenendo che era lui il legittimo sovrano del Giappone. Ieyasu trovò da ridire sulla cerimonia di apertura di un tempio costruito da Hideyori; era come se pregasse per la morte di Ieyasu e la rovina del clan Tokugawa. Ieyasu ordinò a Hideyori di lasciare il castello di Osaka, ma gli abitanti del castello si rifiutarono e chiamarono a raccolta i samurai all’interno del castello. Nel 1614, Tokugawa assediò il castello di Osaka contro Hideyori.
Assedio di Osaka
Le forze Tokugawa, con un enorme esercito guidato da Ieyasu e dallo shōgun Hidetada, assediarono il castello di Osaka in quello che oggi è noto come “l’assedio invernale di Osaka”. Alla fine, i Tokugawa riuscirono a forzare i negoziati e un armistizio dopo che i cannoni avevano minacciato la madre di Hideyori, Yodo-dono. Tuttavia, una volta concordato il trattato, i Tokugawa riempirono di sabbia i fossati esterni del castello per consentire alle sue truppe di attraversarlo. Grazie a questo stratagemma, i Tokugawa ottennero, con la negoziazione e l’inganno, un’enorme porzione di territorio che non avrebbero potuto ottenere con l’assedio e il combattimento. Ieyasu tornò al castello di Sunpu, ma dopo che Toyotomi Hideyori rifiutò un altro ordine di lasciare Osaka, Ieyasu e il suo esercito alleato di 155.000 soldati attaccarono nuovamente il castello di Osaka nell'”Assedio estivo di Osaka”.
Alla fine del 1615, il castello di Osaka cadde e quasi tutti i difensori furono uccisi, compresi Hideyori, sua madre (la vedova di Toyotomi Hideyoshi, Yodo-dono) e il figlio neonato. Sua moglie, Senhime (una nipote di Ieyasu), supplicò di salvare le vite di Hideyori e Yodo-dono. Ieyasu rifiutò e impose loro di commettere un suicidio rituale o li uccise entrambi. Alla fine, Senhime fu rispedita viva ai Tokugawa. Con la linea Toyotomi definitivamente estinta, non rimaneva più alcuna minaccia al dominio del clan Tokugawa sul Giappone.
Nel 1616, Tokugawa Ieyasu morì all’età di 73 anni. Si pensa che la causa della morte sia stata il cancro o la sifilide. Il primo shōgun Tokugawa fu divinizzato postumo con il nome di Tōshō Daigongen (東照大權現), il “Grande Gongen, Luce dell’Oriente”. (Si ritiene che un Gongen sia un buddha apparso sulla Terra sotto forma di kami per salvare gli esseri senzienti). In vita, Ieyasu aveva espresso il desiderio di essere divinizzato dopo la sua morte per proteggere i suoi discendenti dal male. I suoi resti furono sepolti nel mausoleo dei Gongen a Kunōzan, Kunōzan Tōshō-gū (久能山東照宮). Come opinione comune, molti ritengono che dopo il primo anniversario della sua morte, le sue spoglie siano state riseppellite nel Santuario Nikkō, Nikkō Tōshō-gū (日光東照宮), e che i suoi resti siano ancora lì. Nessuno dei due santuari si è offerto di aprire le tombe, quindi l’ubicazione dei resti fisici di Ieyasu è ancora un mistero. Lo stile architettonico del mausoleo divenne noto come gongen-zukuri, cioè stile gongen. Inizialmente gli fu dato il nome buddista Tosho Dai-Gongen (東照大權現), poi dopo la sua morte fu cambiato in Hogo Onkokuin (法號安國院).
Ieyasu governò direttamente come shōgun o indirettamente come ōgosho (大御所) durante l’era Keichō (1596-1615).
Tokugawa Ieyasu aveva una serie di qualità che gli permisero di salire al potere. Era allo stesso tempo prudente e audace, al momento giusto e nei posti giusti. Calcolatore e sottile, Ieyasu cambiava alleanze quando pensava di trarre vantaggio dal cambiamento. Si alleò con il clan degli Hōjō tardivi; poi si unì all’esercito di conquista di Toyotomi Hideyoshi, che distrusse gli Hōjō, e si impadronì lui stesso delle loro terre. In questo fu come gli altri daimyo del suo tempo. Era un’epoca di violenza, morti improvvise e tradimenti. Non era molto amato né personalmente popolare, ma era temuto e rispettato per la sua leadership e la sua astuzia. Ad esempio, tenne saggiamente i suoi soldati fuori dalla campagna di Hideyoshi in Corea.
Era capace di grande lealtà: una volta alleatosi con Oda Nobunaga, non si mise mai contro di lui, ed entrambi i leader trassero vantaggio dalla loro lunga alleanza. Era noto per la sua lealtà nei confronti dei suoi amici e vassalli personali, che ricompensava. Si dice che avesse una stretta amicizia con il suo vassallo Hattori Hanzō. Tuttavia, si ricordava anche di coloro che gli avevano fatto un torto in passato. Si dice che Ieyasu abbia giustiziato un uomo che era entrato in suo potere perché lo aveva insultato quando Ieyasu era giovane.
Ieyasu protesse molti ex servitori dei Takeda dall’ira di Oda Nobunaga, che era noto per nutrire un aspro rancore nei confronti dei Takeda. Riuscì a trasformare con successo molti dei seguaci dei clan Takeda, Hōjō e Imagawa – che egli stesso aveva sconfitto o aiutato a sconfiggere – in fedeli seguaci. Allo stesso tempo, sapeva essere spietato quando veniva ostacolato. Ad esempio, ordinò l’esecuzione della prima moglie e del figlio maggiore, genero di Oda Nobunaga; Nobunaga era anche zio della moglie di Hidetada, Oeyo.
Fu crudele, implacabile e spietato nell’eliminare i sopravvissuti di Toyotomi dopo Osaka. Per giorni, decine e decine di uomini e donne furono braccati e giustiziati, compreso un figlio di Toyotomi Hideyori di otto anni avuto da una concubina, che fu decapitato.
A differenza di Toyotomi Hideyoshi, egli non nutriva alcun desiderio di conquista al di fuori del Giappone: voleva solo riportare l’ordine e porre fine alla guerra aperta e governare il Giappone.
Sebbene all’inizio fosse tollerante nei confronti del cristianesimo, il suo atteggiamento cambiò dopo il 1613 e le esecuzioni di cristiani aumentarono drasticamente.
Il passatempo preferito di Ieyasu era la falconeria. La considerava un ottimo allenamento per un guerriero. “Quando si va in campagna a caccia di falchi, si impara a capire lo spirito militare e anche la dura vita delle classi inferiori. Si esercitano i muscoli e si allenano gli arti. Si cammina e si corre molto e si diventa indifferenti al caldo e al freddo, per cui è poco probabile che si soffra di malattie”. Ieyasu nuotava spesso; anche in tarda età si dice che abbia nuotato nel fossato del castello di Edo.
In seguito si dedicò all’erudizione e alla religione, patrocinando studiosi come Hayashi Razan.
Due sue celebri citazioni:
La vita è come un lungo viaggio con un pesante fardello. Il tuo passo deve essere lento e costante, per non inciampare. Convinci te stesso che l’imperfezione e gli inconvenienti sono la sorte dei mortali naturali, e non ci sarà spazio per il malcontento, né per la disperazione. Quando nel vostro cuore sorgeranno desideri ambiziosi, ricordate i giorni di difficoltà che avete attraversato. La tolleranza è la radice di ogni tranquillità e sicurezza per sempre. Guarda l’ira del tuo nemico. Se sai solo cosa vuol dire conquistare e non sai cosa vuol dire essere sconfitti, guai a te, ti andrà male. Trova difetti con te stesso piuttosto che con gli altri.
Gli uomini forti nella vita sono quelli che comprendono il significato della parola pazienza. Pazienza significa frenare le proprie inclinazioni. Ci sono sette emozioni: gioia, rabbia, ansia, adorazione, dolore, paura e odio, e se un uomo non cede a queste può essere definito paziente. Io non sono forte come potrei essere, ma ho conosciuto e praticato a lungo la pazienza. E se i miei discendenti vogliono essere come me, devono studiare la pazienza.
Si dice che abbia combattuto, come guerriero o generale, in 90 battaglie.
Era interessato a varie abilità di kenjutsu, era un patrono della scuola Yagyū Shinkage-ryū e li aveva anche come istruttori personali di spada.
Bambini adottati
Tra le molte teorie cospirative che circondano l’incidente di Honnō-ji c’è il ruolo di Tokugawa Ieyasu nell’evento. Storicamente, Ieyasu era lontano dal suo signore in quel momento e, quando sentì che Oda Nobunaga era in pericolo, volle correre in soccorso del suo signore nonostante il numero esiguo di assistenti con lui. Tuttavia, Honda Tadakatsu consigliò al suo signore di evitare il rischio e invitò a una rapida ritirata nella provincia di Mikawa. Hattori Hanzō fece strada attraverso la provincia di Iga e tornarono a casa in barca.
Tuttavia, gli scettici la pensano diversamente. Mentre di solito accettano i fatti storicamente noti sulle azioni di Ieyasu durante il tradimento di Akechi Mitsuhide, i teorici tendono a prestare maggiore attenzione agli eventi precedenti. Da quando Tokugawa Ieyasu perse la moglie e il figlio a causa degli ordini di Oda Nobunaga, secondo loro, nutriva un risentimento segreto nei confronti del suo signore. In generale, si ritiene che abbia spinto privatamente Mitsuhide ad agire quando i due signori della guerra erano insieme nel castello di Azuchi. Insieme, pianificarono il momento dell’attacco e andarono per la loro strada. Quando l’azione fu compiuta, Ieyasu chiuse un occhio sui piani di Mitsuhide e fuggì dalla scena per fingersi innocente. Una variante del concetto afferma che Ieyasu era ben consapevole dei sentimenti di Mitsuhide nei confronti di Nobunaga e scelse semplicemente di non fare nulla per il proprio tornaconto.
Note a piè di pagina
Citazioni
Fonti
Fonti
- Tokugawa Ieyasu
- Tokugawa Ieyasu
- ^ Ieyasu’s given name is sometimes spelled Iyeyasu,[1][2] according to the historical pronunciation of the kana character we. He was posthumously enshrined at Nikkō Tōshō-gū with the name Tōshō Daigongen (東照大權現).
- ^ Per i biografati giapponesi nati prima del periodo Meiji si usano le convenzioni classiche dell’onomastica giapponese, secondo cui il cognome precede il nome. “Tokugawa” è il cognome.
- LEONARD, J. N. Japão Antigo. Tradução de Thomas Scott Newlands Neto. Rio de Janeiro. Livraria José Olympio Editora. 1979. p. 143.